Quando ho ricevuto un invito a partecipare al Salone internazionale del libro di montagna a Passy (Francia) ero molto felice. Il tema di quest’anno è l’alpeggio, in un gioco di parole tra alpages (alpeggi, pascoli) e al… pages (pagine).

A mano a mano che procedevano le comunicazioni con gli organizzatori, ho capito che mi sarei trovata a parlare ad una conferenza avente per tema… il lupo. Qui trovate il sito della manifestazione, dal 9 all’11 agosto, mentre qui il programma dettagliato di tutte le giornate. La domenica 11 sarà dedicata per l’appunto al lupo e, nel primo pomeriggio, alle 13:30, ci sarà l’incontro “La problematica del lupo”, a cui parteciperò insieme a un allevatore francese e uno svizzero.

Se, da una parte, mi fa piacere prendere parte ad un’occasione di scambio e confronto internazionale, dall’altra l’argomento è sempre più spinoso e delicato. A mano a mano che le montagne si “popolano” di gitanti e turisti (più che mai quest’anno, con le ondate di calore che spingono la gente a cercare refrigerio in quota), questi ultimi vengono a contatto con chi in montagna è salito per lavoro, insieme a greggi, mandrie e, spesso, ai cani da guardiania che li accompagnano.

Parallelamente al (grave) problema delle predazioni e a tutto il lavoro aggiuntivo a carico degli allevatori per cercare di prevenirle e/o difendere i propri animali dagli attacchi di predatori (non solo il lupo, c’è l’orso che sta espandendo il suo areale e la lince, che, di tanto in tanto, preda qualche ovicaprino qua e là), c’è infatti da affrontare il turista che vuole tutta la montagna per sé e non accetta di convivere… con ciò che l’allevatore deve impiegare per tentare di convivere con il lupo!

Quante parole e quante discussioni! Discussioni sui pascoli, minacce di denunce, parole grosse che volano… e infinite discussioni che proseguono sui social o con lettere ai giornali locali. Il senso di impotenza e frustrazione dell’allevatore si fanno più intensi, il nervosismo dilaga. Via via che la stagione avanza, chi ha momenti di scontro quasi quotidiano con gli altri fruitori della montagna per “colpa dei cani”, identifica in questo aspetto una delle principali problematiche del problema lupo. Anche quando di attacchi da parte del predatore non ce n’è fortunatamente nemmeno uno!

Così sono curiosa di sentire cosa diranno i “colleghi” d’oltralpe anche su queste tematiche. Da loro i turisti sono più educati/rispettosi? Chi si occupa della segnaletica per la presenza dei cani? In Piemonte o uno possiede ancora i “vecchi” cartelli ricevuti in passato, o deve affidarsi al fai da te. Colgo l’occasione ancora una volta per segnalare a tutti dove scaricare l’ultima versione di tali cartelli, potete trovarli qui, ma per la stampa dovete provvedere a vostre spese.

E quali cani vengono impiegati? Ci sono razze meno problematiche con l’uomo, o tutto dipende da come vengono inseriti nel gregge, da come vengono educati nei primi mesi di vita? Al Salone porterò la mia testimonianza, la mia esperienza diretta, la mia storia, così come ho sempre fatto in conferenze dove mi veniva chiesto di parlare del lupo.

Ho comunque chiesto “aiuto” ad alcuni amici tecnici per avere un quadro più preciso su alcuni aspetti che riguardano sia le predazioni, sia il sostegno agli allevatori nelle due regioni che conosco meglio, Piemonte e, ora, la Valle d’Aosta. Così potrò rispondere a chi, eventualmente, mi facesse delle domande in tal senso.

Spero i toni si mantengano moderati, anche se so bene come, specialmente in Francia, il fronte anti-lupo sia molto agguerrito. Le voci che rimbalzano tra le vallate spesso dicono che “di là” i pastori possono sparare al lupo. Ma è proprio vero? Come stanno davvero le cose? E quali sono stati i risultati ottenuti dopo gli abbattimenti? Sarà interessante capirne di più su questi aspetti.

Insomma, avrei preferito andare a Passy per parlare dei miei libri e non solo di lupi e problematiche relative. E’ vero che, comunque, in occasione delle presentazioni la domanda sulle predazioni esce sempre… Però mi piacerebbe affrontarla in modo costruttivo. Invece, anno dopo anno, vedo che si getta sempre più benzina sul fuoco, ci si arrocca su posizioni di incomunicabilità, senza prendere in considerazione gli esempi positivi di cosa ha funzionato, dove e perché. Con buona pace di tutti quelli che insultano gli allevatori sul web (ma che non hanno la più pallida idea di cosa voglia dire stare in alpeggio, pascolare gli animali, vivere talvolta in condizioni che definire “spartane” è dir poco, convivere con predatori, sbalzi climatici e turisti cafoni) i predatori sono un grave problema, per i danni diretti e indiretti che causano. Loro però sono animali e non hanno colpe, molto spesso mi viene il dubbio che le colpe più grandi le hanno coloro che continuano ad aizzare gli animi (da una parte e dall’altra) solo ed esclusivamente sul tema predatori, per confondere le tante altre problematiche che affliggono l’allevamento (di montagna e non solo).

Parlerò anche di questo a Passy, se ne avrò modo, ma soprattutto nelle altre serate che si terranno nelle prossime settimane, dove invece presenterò i miei libri o parlerò delle mie esperienze, della mia storia. La prima è il 26 luglio 2019 a Valtournenche nell’ambito di “Parole illuminate dal Cervino”. Ore 18:00 presso la Sala Consigliare, con “Alpeggi, alpigiani, formaggi della Valle d’Aosta – 23 itinerari escursionistici”. Seguirà una serata a Groscavallo (TO) il 31 luglio con “Intelligente come un asino, intraprendente come una pecora” (ore 21:00). Qui trovate tutti gli altri appuntamenti in programma.