Nel penultimo giorno di autunno il cielo era grigio, ma poi si era aperto uno sprazzo di sole. Non credevo proprio arrivasse la neve…

Però il pettirosso continuava ad aggirarsi a pochi passi da me, svolazzando da un ramo all’altro intorno alle capre che pascolavano. Le previsioni meteo possono sbagliare, ma lui no… e infatti, dopo qualche tentativo mal riuscito, quando ormai era notte, la neve ha iniziato a cadere.

La precipitazione è durata al massimo un paio d’ore, poi al mattino il cielo era limpido e tutto il panorama sembrava spruzzato di zucchero. La cosa più strana era la fitta coltre di nebbia che intasava tutto il fondovalle spingendosi su fin oltre Aosta.

Più si saliva in quota e più ci si stupiva per quanto poco facesse freddo. Pensavo a quel giorno in cui la neve si era depositata sulle foglie a fine ottobre e mi chiedevo se il vecchio detto, alla fine, non si sarebbe poi rivelato giusto, nonostante i cambiamenti climatici. Dicono che, se nevica sulla foglia (cioè presto in autunno) l’inverno poi non darà noia.

E infatti il caldo man mano si faceva sentire. Non solo quel caldo relativo, dovuto al sole dopo giornate di maltempo, ma proprio un’aria che si faceva più tiepida, a preannunciare l’arrivo del vento di foehn. La neve scioglieva a vista d’occhio e, nei pendii più esposti, già ricompariva il verde dei prati.

Una delle cose che mi piace della neve è vedere l’incredibile moltitudine di tracce rimaste al mattino, dopo una notte estremamente movimentata per tutta la fauna selvatica. C’è chi segue piste e sentieri e chi percorre i suoi passaggi speciali nel bosco, tracce battute da caprioli, cinghiali, volpi e chissà cos’altro. Una vita animatissima di cui siamo raramente consapevoli, anche se avviene a pochi passi da noi.

Fino a sera la fitta nebbia ha coperto la Valle, lasciando dietro di sé ricami di galaverna che si sarebbero visti solo il mattino dopo, giorno del solstizio d’inverno. Il cielo sarebbe rimasto nuvoloso, ma già nel pomeriggio ha iniziato a cadere pioggia e non più neve!

E così l’inverno, quello del calendario, si è aperto pascolando in camicia, a mille metri, nel pomeriggio di una giornata di forte vento caldo. E il vento ha continuato a soffiare quasi ininterrottamente, “regalandoci” temperature sopra alla media di 19-20°C. I prati cambiano colore a vista d’occhio, dato che il terreno non è gelato, ma è stato inumidito da pioggia e neve disciolta. Non ci si lamenta di poter pascolare, ma… sarebbe meglio avere le stagioni al loro posto e non dover poi temere altre nefaste gelate primaverili come nel 2017!
Speriamo che sia così. Nel frattempo, per concludere, una bella notizia che sarà un po’ il mio “regalo di Natale”. Il 2019, a dieci anni dalla sua pubblicazione, vedrà la riedizione di “Intelligente come un asino, intraprendente come una pecora”, il libro che forse mi ha regalato le maggiori soddisfazioni, tra tutti quelli scritti. Il suo incredibile successo per me è stato totalmente inatteso. Andato esaurito in breve tempo, ora ha trovato un Editore che ha deciso di scommetterci e così gli ho proposto non una ristampa, ma una nuova edizione con qualche aggiunta e qualche modifica. Qui trovate il blog dove parlavo del libro, delle (tantissime) serate di presentazione che avevo fatto e delle belle recensioni ricevute. In primavera ricomincerà il cammino di questo nuovo testo grazie a l’Araba Fenice.